Mosca vi ha solo guadagnato dall’operazione in Siria

Vantaggi geopolitici a parte, la Russia non solo ha testato, ma ha presentato il proprio materiale militare, ritrovandosi una fila di clienti
 
Aleksej Mukhin, Izvestija, 18 marzo 2016 – Russia Insider
 
Aleksej Mukhin è direttore generale del Centro per l’informazione politica di Mosca, un influente think tank vicino al Cremlino.

Alcuni analisti dicono che nonostante le affermazioni in senso contrario, la Russia non ha compiuto la missione in Siria. E’ impossibile sapere esattamente ciò che l’Aeronautica russa non è riuscita ad ottenere dalle precedenti dichiarazioni. Tuttavia, il risultato evidente è che ora ci sono due basi militari russe sul territorio siriano. Con il nostro supporto, i siriani hanno rinnovato ed iniziato a riarmare i propri militari ricevendo consulenze ai vertici militari. Così la Russia ha l’opportunità d’influenzare la regione come garante della stabilità sociale e politica. Dato che la cosiddetta ‘ampia coalizione’ guidata dagli USA è stata il ‘garante dell’instabilità’, ciò significa molto. Circa 2000 terroristi, immigrati dall’ex-Unione Sovietica, sono stati eliminati, tra cui 17 capi dei gruppi armati che non potranno mai tornare in Russia o altre ex-regioni dell’URSS per compiere attività terroristiche.
La Russia ha mostrato le sue armi di prima classe provandole in combattimento. Senza svelare informazioni vitali, i contratti per le nostre armi sono aumentati di una dozzina di miliardi di dollari, coprendo il costo dell’operazione siriana. Si prevede una significativa espansione della cooperazione militare e tecnica con i nostri vecchi partner (India, Cina, ecc) e con nuovi clienti impressionati dal successo dei nostri aerei. Si aggiunga il rafforzamento strategico della leadership russa, prima di tutto in Europa. La questione è se la Russia potrà completare il ‘piano siriano’. E se la guerra civile continua dopo il ritiro delle forze russe? Beh, è meglio lasciare il gioco con i soldi in tasca. Tocca alla popolazione del Paese sovrano risolvere i propri problemi senza gravi interferenze estere. Non c’è la necessità che la Russia s’impantani come gli Stati Uniti continuano a fare. In effetti, il ritiro delle forze aeree russe dalla Siria è parte della progressiva riduzione della presenza della Russia conservando il controllo della situazione militare nella regione.
In secondo luogo, molto dipende dalle azioni dei ‘sabotatori’ regionali: SIIL, Turchia, Arabia Saudita e loro alleati. La presenza della NATO è utile principalmente all’interesse nazionale degli Stati Uniti e ciò non va ignorato. Tuttavia, i nostri accordi con gli Stati Uniti ci permettono di prevedere abbastanza bene il comportamento di SIIL, Turchia e cosiddetta coalizione islamica.
In terzo luogo, il sostegno russo a Bashar Assad salvaguarda il potere legittimo di un Paese sovrano, e lui è semplicemente un elemento del futuro politico della Siria. Ci aspettiamo che questo aspetto sia il soggetto principale del conflitto con i nostri partner occidentali, ma è importante per la Russia non fare richieste in anticipo, evitando una brusca reazione.
In quarto luogo, la Russia ha già iniziato a costruire relazioni più produttive con gli oppositori di Assad, che ovviamente saranno coinvolti nella prossima riforma costituzionale. Stati Uniti ed alleati hanno armato gruppi siriani impostandoli contro il regime di Assad. Ma erano in gran parte fuori dal controllo della NATO, passando allo SIIL o ad altri gruppi terroristici. Alcuni di essi sono delusi dagli Stati Uniti e sono pronti a costruire relazioni con la Russia, una possibilità da non perdere.
Infine, sulle possibili azioni russe in Libia e in Iraq, questi Paesi hanno compreso il prezzo della ‘democrazia imposta’, finendo con il collasso delle strutture politiche regionali e la formazione di gruppi criminali di islamisti. I loro rappresentanti hanno già fatto aperture non ufficiali verso la Russia, ma la NATO gli impedisce di andare avanti. La Russia soffre per le sanzioni illecite e la crisi finanziaria mondiale non permette di dare maggiore assistenza a Libia e Iraq, tuttavia, potrebbe farlo in alleanza con altri Paesi. Dobbiamo costruire nuove alleanze militari, anche se di convenienza, per esempio con la Cina. La Cina è fortemente interessata a preservare i propri investimenti nella regione, ma ha bisogno non solo di un partner, ma di una guida politica, per una divisione esplicita delle responsabilità. E’ anche probabile che uno o più Paesi europei che cercano di stabilizzare le relazioni in Nord Africa e Medio Oriente e riconquistare la propria indipendenza, diventino alleati dei russi. Questo potrebbe aiutare l’Europa a risolvere i problemi economici urgenti imposti dagli Stati Uniti che hanno costretto l’Europa ad imporre sanzioni alla Russia e ad insistere sul prolungamento infinito con pretesti speciosi.
 

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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