L’ISIS avanza e ammazza indiscriminatamente maomettani e cristiani, Boko
Haram fa altrettanto, eppure hanno di fronte il più potente complesso
militare che la storia abbia mai visto. I casi sono due: o sono vere le
tesi ufficiali, e allora le forze armate americane sono cadute in uno
stato cronico di impotenza, e Obama è il presidente più incapace della
storia degli Stati Uniti; oppure, come crediamo, sono conniventi, e ISIS
e Boko Haram sono pretesti per occupare militarmente Siria, Iraq,
Libia e Nigeria. E’ recentissima la notizia che due aerei
britannici, con a bordo armi destinate al gruppo terrorista Daesh
(ISIS) si sono schiantati al suolo nella provincia d’Al-Anbar. Lo ha
annunciato il presidente della commissione sicurezza e difesa del
parlamento iracheno. Non solo Arabia Saudita, Qatar e altre monarchie
assolute riforniscono di soldi, viveri e armi il califfato, ma pure
molti paesi della Nato, USA, Gran Bretagna, Francia, Turchia in testa.
Non dimentichiamo Israele.
Non è una cosa nuova. In Afghanistan, la presenza dei talebani è il
pretesto per non lasciare il paese, dopo 14 anni di occupazione. Eppure,
nel 2001 il mullah Omar riuscì a fuggire a bordo di un sidecar passando
in mezzo al fior fiore delle truppe americane, e restò a lungo a
Quetta, da dove organizzava attacchi alle truppe Usa e Nato in
Afghanistan, con l’aiuto dell’Inter-Service Intelligence (ISI) che
provvedeva all’addestramento e all’equipaggiamento dei suoi uomini. Si
trattava d’incapacità della CIA e delle forze armate USA o di ordini
dall’alto? Gli attacchi talebani sono anche il pretesto per la
permanenza in Pakistan, dove i droni fanno strage indiscriminatamente di
guerriglieri e civili. Torniamo all’ISIS. Ecco cosa riporta Giulia
Belardelli nell'Huffington Post: “Il piano per costruire lo Stato
islamico è stato concepito dal suo futuro leader, Abu Bakr al-Baghdadi,
insieme ad altri capi jihadisti proprio sotto il naso degli americani,
nel carcere militare statunitense di Camp Bucca, in Iraq". “Il campo era
l’ambiente ideale per pianificare”, ha spiegato al Guardian un jihadista
il cui nome di battaglia è Abu Ahmed. “Nel 2004 avevamo riconosciuto
al-Zarqawi (a cui succederà al-Baghdadi, ndr) capo della jihad. Quando
ci hanno liberato, è stato facile ritrovarsi: ci eravamo scambiati
indirizzi e numeri di telefono scrivendoli sugli elastici delle
mutande".
Se un regime come quello americano che ha sviluppato un sistema di
controllo a livello mondiale di telefoni, telegrafi, telefonini,
internet, è giocato da trucchi così elementari, i casi sono sempre due: o
il personale che gestiva il carcere era incapace, oppure si stava
preparando uno strumento per una forma di guerra sporca, solo
apparentemente contro gli USA e l’Occidente, in realtà per schiavizzare
ancor più i paesi dell’area islamica e rimbecillire l’opinione pubblica
occidentale, in modo da poterla trascinare in guerra. Le camionette
Toyota del califfato possono scorrazzare in fila indiana per il deserto
con tanto di bandiera nera, senza che i caccia Nato o dei regni del
Golfo, o i super tecnologici droni siano in grado di fermarle? L’abile
manovra di Obama, oltre un certo limite, si trasforma in una bufala.
E c’è l’insopportabile gioco delle parti: Obama, il poliziotto buono,
che si prende le accuse di debolezza dai poliziotti cattivi, Ilary
Clinton e il senatore McCain. In Medio Oriente, gran parte della
popolazione ha capito la situazione, ma non può fare altro che chiedere
la protezione di una delle fazioni in lotta, in Europa e in America
l’opinione pubblica è ancora frastornata dalla serie incredibile di
notizie false che le vengono propinate, ma la verità comincia a venire a
galla. Persino fior di generali dicono che l’ISIS è una creatura CIA.
Ma i castelli fatti con le carte, quando divengono troppo alti,
crollano. Le menzogne ufficiali sono ormai tanto sfacciate da non essere
più credibili. Non crediamo una parola di quello che dicono Obama e il
suo governo, i suoi vassalli politici europei, i giornalisti che
lavorano per loro, tutti quello che propagandano la guerra all’ISIS e
vogliono far credere che la sostanza di tutto è il contrasto religioso,
per nascondere i turpi interessi delle multinazionali, delle banche, del
complesso militare – industriale e di tutti i parassiti che
l’imperialismo continua a produrre a getto continuo.
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