Continua l’occupazione dei ragazzi di Greenpeace del rifugio antiradiazioni, per ricordare a tutti di votare SI al referendum sul nucleare 12 e 13 giugno (La Cassazione deve ancora decidere se il recente decreto Omnibus del governo annulla il quesito nucleare). Nel frattempo Giorgio e Pier sono usciti dalla casa e hanno occupato un finto bidone radioattivo messo sulla terrazza del Pincio a Roma, da cui non usciranno fino al referendum (sotto il video).

http://www.isoladeicassintegrati.com/wp-content/uploads/2011/05/i_pazzi_siete_voi1.jpgSilvio, 23 Maggio: Oggi abbiamo avuto il piacere di ricevere un ospite nel nostro rifugio, un ospite molto speciale che si fermerà per un po’ con noi. Si tratta di Janette, 91 anni, una delle tipe più toste che abbiamo mai conosciuto. Ma lasciamo che sia lei stessa a presentarsi, come si è presentata a noi.
 
“Sono nata il 22 settembre 1920 a Varsavia, dove mi sono diplomata e iscritta alla facoltà di giurisprudenza dell’Università, ma la guerra ha interrotto i miei studi. Ho vissuto i cinque terribili anni dell’occupazione tedesca, sono stata testimone delle atrocità inflitte alla popolazione polacca e in particolare agli ebrei. Ho poi preso parte alla rivolta di Varsavia contro i nazisti. Dopo la quasi completa distruzione della capitale e la strage dei suoi abitanti, sono stata deportata con gli altri giovani sopravvissuti in un campo di lavoro in Germania. Lì ho conosciuto un prigioniero italiano – “un traditore” – … è diventato mio marito. Quando nel maggio del 1945 i tedeschi si sono arresi, Piero Levratto è tornato a Vado Ligure, portandomi con sé.

http://www.isoladeicassintegrati.com/wp-content/uploads/2011/05/i-pazzi-siete-voi.jpegDal confine con la Cecoslovacchia siamo giunti a piedi fino a Varazze. Ci siamo costruiti una bella famiglia e fra pochi mesi arriverà anche il secondo pronipotino. Ho sempre contribuito al mantenimento della famiglia dando lezioni private. Da quando mio marito è morto diciotto anni fa faccio volontariato insegnando all’Università della terza età. Da anziana ho scoperto una forte passione per la letteratura. Così ho scritto molti racconti e ora sto provando con il mio primo romanzo. Sono orgogliosa di avere contatti con la meravigliosa organizzazione Greenpeace e di dare un contributo, anche se piccolo, alla battaglia per la difesa dell’ambiente”. Sapere che non sono solo i più giovani a credere in un futuro migliore ci rende ancora più forti.

Luca, 24 Maggio: Questa non è solo una protesta, si parla di vita reale, di voglia di comunicare e di trovare uniti una soluzione per il futuro. Janette, insieme ce la faremo! Ho capito che le nostre idee senza la tua esperienza sono incomplete e la tua saggezza senza la nostra forza rimane inespressa. Dobbiamo parlare di futuro, di valori, di bene comune, di idee, di privazioni, di libertà e di protesta. Ho fiducia in te Janette: il tuo e il nostro tempo qui è offerto alla società, abbiamo la possibilità e il dovere di comunicare con le persone, di fare politica, quella vera!


Dobbiamo ricominciare quasi da zero, dalle basi: dal diritto alla salute e al voto. Con questa protesta stiamo parlando a chi crede di vivere in equilibrio con se stesso e con il mondo, gli stiamo offrendo domande e risposte creative, costruttive e non ordinarie, per ricordare a tutti che la politica è di tutti. Oggi possiamo partecipare. Mentre viene deciso il nostro futuro e quello dei nostri figli dobbiamo farci sentire. Andiamo a votare al referendum e votiamo SI per la salute e il bene comune.

Alessandra, 25 Maggio: Giorgio e Pier hanno superato la loro pazzia decidendo di portare fisicamente fuori dal rifugio la protesta. Hanno deciso di rinchiudersi in un bidone di quattro metri per cinque, sopra la terrazza del Pincio in piazza del popolo a Roma, alimentato a pannelli solari, dove le condizioni di vita sono ancora più dure delle nostre nel rifugio.
Sono ragazzi giovani, ma con le idee chiare. Vogliono essere ascoltati e cercano di farlo con i mezzi e gli strumenti che hanno (la collaborazione di Greenpeace in questo senso è stata fondamentale) . Hanno sacrificato un mese della loro vita per dar voce anche a chi non può parlare e manifestare, perché magari il lavoro non glielo permette. Noi dal rifugio continuiamo con sempre maggiore determinazione a portare avanti le nostre idee per dimostrarvi quanto ci teniamo al nostro Paese e quanto siamo disposti a fare per salvarlo dal nucleare. Il messaggio di Giorgio e Pier, che è anche il nostro messaggio, è chiaro: non vogliamo per casa un bidone radioattivo.


dal rifugio antiradiazioni, www.ipazzisietevoi.org (28 maggio 2011)

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