Le cose che restano.

 La "penisola" dei cassintegrati

“Ci sono cose che volano, uccelli, ore, calabroni, ma di loro non mi importa. Poi ci sono le cose che restano: dolore, colline, eternità”. Le macino, queste parole semplici di Emily Dickinson, dal 1° gennaio, a lavoro, per strada, in un pub con gli amici. Come una cantilena.

A gennaio si torna lenti, come a cercare di fermare il tempo. Le vacanze non ci bastano, ci sembra di non essere mai pronti a riniziare. Questo gennaio però la sensazione è un’altra. Quella di chi in ferie non ci è mai andato, non tanto per le cose che si sono continuate a fare senza sosta, ma per l’immobilità degli argomenti.
 O forse perché, quest’anno, sono troppo pochi quelli che hanno potuto ricominciare a lavorare.

 Il 2011 è l’anno delle cose che ti porti dietro, anzi meglio dire, che ci trasciniamo. La Presidente del Consiglio regionale sardo, Claudia Lombardo, ha indetto la conferenza stampa di fine anno il 7 gennaio, e i lavori in aula per la finanziaria si sono conclusi pochi giorni fa. Questa è burocrazia. Ma ci trasciniamo anche le cose reali. L’isola della Vinyls, il bus della Rockwool, i treni fermi della Geas, la determinazione dei pastori, la rabbia degli studenti. Quest’anno il Natale lo stiamo aspettando ancora.
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